Internazionale
«Oggi negano lo spirito del ’56»
Intervista allo storico László Eörsi L’Ungheria ricorda la rivolta del 23 ottobre 1956. «Il partito del premier Orbán e gli xenofobi di Jobbik che si dicono eredi di quel movimento, ne distorcono l’essenza, azzerano il ruolo dei comunisti d’opposizione e di Imre Nagy ed esaltano i rivoltosi, ma il 90% di loro aveva ideali di sinistra»
I rivoltosi di Budapest abbattono la statua di Stalin. Sotto László Eörsi
Intervista allo storico László Eörsi L’Ungheria ricorda la rivolta del 23 ottobre 1956. «Il partito del premier Orbán e gli xenofobi di Jobbik che si dicono eredi di quel movimento, ne distorcono l’essenza, azzerano il ruolo dei comunisti d’opposizione e di Imre Nagy ed esaltano i rivoltosi, ma il 90% di loro aveva ideali di sinistra»
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 23 ottobre 2016
Massimo Congiu BUDAPEST
Figlio di István Eörsi, scrittore, poeta e traduttore, condannato a otto anni per aver sostenuto la sollevazione del 1956 come giornalista, e poi amnistiato, László Eörsi è storico all’Istituto per gli studi sul 1956 di Budapest. A questo argomento ha dedicato numerose opere. È tra gli intellettuali attivi nella critica al governo Orbán. Lo abbiamo incontrato per rivedere i fatti del 1956 ungherese a distanza di sessant’anni esatti e parlare con lui del loro significato nell’Ungheria di oggi. Sembra che in un certo qual modo la memoria dei fatti del 1956 divida ancora il paese dal punto di vista...