Alias Domenica
Ogni parola detta come fosse l’ultima
Letteratura russa Marina Cvetaeva aveva descritto la lirica come una linea tratteggiata, fatta di lacune bianche da mozzare il fiato, dove manca l’aria e si mima la morte: Paola Ferretti traduce «Sette poemi», per Einaudi
Kuzma-Petrov Vodkin, Natura morta con specchio, 1919
Letteratura russa Marina Cvetaeva aveva descritto la lirica come una linea tratteggiata, fatta di lacune bianche da mozzare il fiato, dove manca l’aria e si mima la morte: Paola Ferretti traduce «Sette poemi», per Einaudi
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 31 marzo 2019
«Voi siete un fenomeno della natura», scrive Marina Cvetaeva a Pasternak nel febbraio del 1923, dopo un’insonne lettura di Temi e variazioni . E di rimando, Pasternak legge ancora in dattiloscritto il Poema della Fine quale «abisso di lirica abbagliante, di michelangiolesca vastità». Nella reciproca esaltazione, questo riconoscimento a distanza ha lasciato pagine di insuperata esegesi: avviene per lettera, il mezzo che insieme al sogno instaura – «il tipo di rapporto che preferisco, ultraterreno» dichiara perentoria Cvetaeva. Nell’epistolario, infatti, – da Serena Vitale generosamente curato e chiosato negli anni Ottanta – è possibile rintracciare, come nei celebri Taccuini, parole, figure,...