Alias Domenica
Ondaatje, mappe di luoghi londinesi alle intersezioni con l’Io
Dall'autore nato a Ceylon Viaggio nel mistero di un addio nell'ultimo romanzo dello scrittore singalese naturalizzato canadese, con atmosfere e personaggi oscillanti fra memorie dickensiane e favole nere: «Luci di guerra», da Garzanti
Una scena da «It Always Rains on Sunday» dall’omonimo romanzo di Arthur La Bern, regia di Robert Hamer, 1947
Dall'autore nato a Ceylon Viaggio nel mistero di un addio nell'ultimo romanzo dello scrittore singalese naturalizzato canadese, con atmosfere e personaggi oscillanti fra memorie dickensiane e favole nere: «Luci di guerra», da Garzanti
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 29 dicembre 2019
In una Londra oscura, misteriosa eppure sinistramente affascinante, un adolescente che a quattordici anni viene abbandonato dai genitori si trova, insieme alla sorella di un paio d’anni più grande, a negoziare il transito verso l’età adulta, sul finire dell’ultima guerra. Nessun combattimento, tuttavia, né campi di battaglia, piuttosto riflessioni sul difficile transito dalla guerra alla pace. L’ultimo romanzo di Michael Ondaatje, Luci di guerra (traduzione di Alba Bariffi, Garzanti, pp. 264, € 20,00) porta in esergo, anonima (ma attribuita nei ringraziamenti a Robert Bresson), una frase che può funzionare tanto da mise en abyme dell’intera vicenda quanto risultare fuorviante per...