Cultura
«Onomatopea», il linguaggio spaziale delle emozioni che costruisce i nostri luoghi
Mostre L'architetto giapponese Kengo Kuma racconta la sua passione per i materiali e le linee guida del suo lavoro, in occasione della personale presso Acp Palazzo Franchetti a Venezia. «Letteratura e architettura hanno molte cose in comune. Conducono in un altrove, sono un viaggio oltre la quotidianità, nella mente e anche nel corpo»
Mostre L'architetto giapponese Kengo Kuma racconta la sua passione per i materiali e le linee guida del suo lavoro, in occasione della personale presso Acp Palazzo Franchetti a Venezia. «Letteratura e architettura hanno molte cose in comune. Conducono in un altrove, sono un viaggio oltre la quotidianità, nella mente e anche nel corpo»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 giugno 2023
«La casa in cui sono cresciuto era una tipica abitazione del periodo prebellico, tutta in legno, con poche pareti a separare gli ambienti. La maggior parte dei pavimenti erano tatami e qua e là c’erano applicazioni di washi (carta tradizionale giapponese, ndr). Non era presente nessun elemento che potesse intimidirmi, niente di aggressivo. Ovunque, l’atmosfera era dolce ed emanava calore: credo che proprio in quello spazio siano germogliate le basi della mia architettura». Kengo Kuma (Yokohama, 1954) è sbarcato in Laguna pochi giorni prima dell’inaugurazione della Biennale Architettura con la sua personale presso Acp Palazzo Franchetti, dal titolo Onomatopeia Architecture...