Internazionale

Operai cinesi prigionieri in fabbrica per salvare la produzione

Operai cinesi prigionieri in fabbrica per salvare la produzioneUn'operaia in una fabbrica nel distretto di Funan – Ap

Cina Il sistema del "circuito chiuso": lavoratori costretti in bolle anti-Covid, turni massacranti e notti in tende e sui cartoni, senza contatti con l'esterno. Non solo la Tesla, hanno aderito 4mila aziende

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 1 giugno 2022
In Cina la fabbrica-dormitorio è un modello già consolidato in siti produttivi come la famigerata Foxconn – nota per il suo sistema di disciplinamento severo, oltre che per l’ondata di suicidi a cui la stampa internazionale ha dedicato numerosi approfondimenti – e non solo. Ma di recente gli operai hanno sofferto anche l’applicazione del cosiddetto sistema «a circuito chiuso», nel rispetto della ormai nota strategia nazionale «Zero Covid»: il modo più efficace, secondo le autorità della città di Shanghai, per riprendere la produzione e limitare i danni sul fronte economico. I dati ufficiali forniscono un quadro sorprendente: a metà maggio...

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