Alias Domenica
Ordito visuale, veduta dell’anima
Giuliana Bruno, «Superfici», Johan & Levi Il saggio si interroga sul ruolo conoscitivo della «faccia esterna» nelle arti visive, nell’architettura, nel cinema: esperienza dell’alterità e, con Deleuze, geografia di vita vissuta
Anthony McCall, «You and I, Horizontal III», 2007, dall’installazione presentata nella personale del 2007-’08 alla Serpentine Gallery di Londra, foto Sylvain Deleu
Giuliana Bruno, «Superfici», Johan & Levi Il saggio si interroga sul ruolo conoscitivo della «faccia esterna» nelle arti visive, nell’architettura, nel cinema: esperienza dell’alterità e, con Deleuze, geografia di vita vissuta
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 25 giugno 2017
Nel 1961, il filosofo Emmanuel Lévinas pubblicava un libro dal titolo Totalità e Infinito. Saggio sull’esteriorità. Fra gli altri, in quell’opera si dedicava ampio spazio al tema del «volto» come porta d’ingresso all’etica e alla vera comprensione dell’Altro. Scriveva Lévinas in quelle pagine: «Noi chiamiamo volto il modo in cui si presenta l’Altro. Questo modo non consiste nel mostrarsi come un insieme di qualità che formano un’immagine. Il volto d’Altri distrugge ad ogni istante e oltrepassa l’immagine plastica che mi lascia». Di fronte all’alterità intesa in modo oggettivo come un’immagine passiva che posso guardare, manipolare, usare, il volto produce una...