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Pandemia e animali, i focolai degli allevamenti industriali
Virus Malattie un tempo rare sono diventate quasi una disciplina: ogni tecnologia una malattia diversa. Nel 1970 allevamenti con 7mld di animali, nel 20011 salivano a 24mld
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Virus Malattie un tempo rare sono diventate quasi una disciplina: ogni tecnologia una malattia diversa. Nel 1970 allevamenti con 7mld di animali, nel 20011 salivano a 24mld
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 7 aprile 2020Edizione 07.04.2020
Come per la Sars, esplosa in Cina a inizio millennio, il contatto con gli animali selvatici sembra sia all’origine della malattia che attacca i polmoni. Dovremo perciò evitare in avvenire le pratiche e le occasioni che portano ad avere rapporti con tali creature. Raccomandazioni ormai ovvie. Ma basta questo? Noi dimentichiamo che proprio in casa nostra, non nella giungla amazzonica o nelle campagne della Cina, coltiviamo focolai di malattie potenzialmente epidemiche. Chi si ricorda delle epidemie legate agli allevamenti intensivi europei, come l’ Encefalopatia Spongiforme Bovina (Bse), quella prodotta dalla Salmonella DT104, dall’Escheria coli 0157, ecc.? Andrebbe ricordato che l’industrializzazione...