Cultura
Paolo Fabbri, l’infinito camouflage dei segni
ADDII La scomparsa a 81 anni del grande semiologo italiano che aveva insegnato nelle università di mezzo mondo. Aveva studiato a Parigi con Barthes e Goldmann, diretto il Dams e lavorato a lungo con Umberto Eco. Arte, filosofia, linguaggio, comunicazione. Molti erano i temi che attraversava e di cui era maestro tagliente
Paolo Fabbri, foto di Enrico De Luigi
ADDII La scomparsa a 81 anni del grande semiologo italiano che aveva insegnato nelle università di mezzo mondo. Aveva studiato a Parigi con Barthes e Goldmann, diretto il Dams e lavorato a lungo con Umberto Eco. Arte, filosofia, linguaggio, comunicazione. Molti erano i temi che attraversava e di cui era maestro tagliente
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 3 giugno 2020
«I morti non sono morti e non stanno in un distante Altrove; ci sono prossimi, ma abitano il diafano. Come figli o genitori prodighi, sono suscettibili di tornare, pronti o incerti, attraverso una liquida iniziazione di acqua e fuoco, intrisi di luce, suono e colore». Con Paolo Fabbri avevamo visto insieme Ocean Without a Shore, l’installazione di Bill Viola nella chiesetta di San Gallo a Venezia. Era il 2009 e Fabbri pensava allora alla figlia Alessandra, prematuramente scomparsa. L’opera di Viola lo aveva così colpito da scrivere un saggio – fra i suoi più belli – e dedicarlo proprio a...