Cultura
Paolozzi e Wittgenstein, un «incontro» a Cassino
SCAFFALE Le vicinanze e divergenze tra l’artista e il filosofo ora vengono indagate in un saggio a più voci a cura di Diego Mantoan e di Luigi Perissinotto (edito da Palgrave)
«Manuscript of Monte Cassino» (Edimburgo), una scultura di Eduardo Paolozzi (foto di Richard Milnes)
SCAFFALE Le vicinanze e divergenze tra l’artista e il filosofo ora vengono indagate in un saggio a più voci a cura di Diego Mantoan e di Luigi Perissinotto (edito da Palgrave)
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 17 agosto 2019
Già da trent’anni, in una pagina del famoso manuale di arte contemporanea di Giulio Carlo Argan, campeggia l’immagine di una colorata struttura in alluminio dipinto, datata 1963 ed esposta per la prima volta allo «Studio Marconi» di Milano, e a firma di Eduardo Paolozzi (1924-2005). È l’artista scozzese, di origine italiana, tra i più quotati nel panorama della Pop Art (di cui è stato pioniere). A colpire l’attenzione dello spettatore è anche il titolo di quest’opera: Wittgenstein at Cassino. IL RIFERIMENTO è chiaramente al periodo di prigionia trascorso dal filosofo austriaco nel 1919, nel campo di concentramento della città del...