Cultura
Pasqua senza tempio. La pandemia interroga il significato della fede
Antidoti Non solo chiese chiuse e messe via streaming, ma un’occasione di riflessione. Parlano teologi e religiosi. «La connessione con Dio è lo spirito, e questo attiene alla solitudine», Vito Mancuso. «Alcune comunità vedono il prete una volta l’anno. Sono forse meno cristiani?», Alberto Maggi, monaco dell’ordine dei Servi di Maria
La benedizione Urbi et Orbi del papa in una Piazza San Pietro deserta – LaPresse
Antidoti Non solo chiese chiuse e messe via streaming, ma un’occasione di riflessione. Parlano teologi e religiosi. «La connessione con Dio è lo spirito, e questo attiene alla solitudine», Vito Mancuso. «Alcune comunità vedono il prete una volta l’anno. Sono forse meno cristiani?», Alberto Maggi, monaco dell’ordine dei Servi di Maria
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 11 aprile 2020
Celebrare nel tempio, ma senza il popolo. Perché il popolo non ha più un tempio dove pregare. È l’esperienza religiosa al tempo del coronavirus. Ci sono preti che celebrano l’eucaristia da soli, nelle chiese vuote, ripresi da una webcam che trasmette in streaming il rito. E fedeli che guardano la messa in televisione o sullo schermo di un computer o di uno smartphone, come spettatori di un film o di una serie su Netflix. Un’immagine è diventata icona di questo tempo: papa Francesco che prega da solo, al centro di una piazza San Pietro vuota. Il rovesciamento della natura profonda...