Politica
Pd, la vittoria mutilata e il fronte interno
Secondo turno La sconfitta in città simbolo macchia il quadro generale e frena l’onda lunga di maggio. I risultati dicono che la «ditta» sta mutando, ma per il segretario sono cambiati gli elettori. Dopo i ballottaggi, renziani contro minoranza: battuti dove il partito non si rinnova. Renzi cauto: non ci sono più rendite di posizione
Matteo Renzi – Sintesi visiva
Secondo turno La sconfitta in città simbolo macchia il quadro generale e frena l’onda lunga di maggio. I risultati dicono che la «ditta» sta mutando, ma per il segretario sono cambiati gli elettori. Dopo i ballottaggi, renziani contro minoranza: battuti dove il partito non si rinnova. Renzi cauto: non ci sono più rendite di posizione
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 10 giugno 2014
Andrea FabozziROMA
Una vittoria, avvolta da una sconfitta. Anzi, da tre sconfitte assai simboliche che finiscono per condizionare la valutazione dei ballottaggi più della conta generale di tutte le città. Livorno, Perugia e Padova sono tre rovesci pesanti per un partito democratico che solo quindici giorni fa pareva imbattibile e che invece si scopre fragile proprio nelle sue storiche roccaforti – e si potrebbe aggiungere almeno anche Potenza. Segno che le «radici» contano meno e si sta compiendo la mutazione del partito. Secondo Renzi, invece, a cambiare è l’elettorato. «È finito il tempo in cui qualcuno sa che in quel posto si...