Cultura
Pellegrin, la testimonianza senza compromessi
Intervista Un incontro con il fotoreporter, membro della Magnum. I suoi scatti sono in mostra a Milano, presso il museo diocesano Carlo Maria Martini, per celebrare i settant'anni della celebre agenzia
Iraq, 2016 – Paolo Pellegrin, Magnum Photos (courtesy of the artist)
Intervista Un incontro con il fotoreporter, membro della Magnum. I suoi scatti sono in mostra a Milano, presso il museo diocesano Carlo Maria Martini, per celebrare i settant'anni della celebre agenzia
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 14 luglio 2018
Manuela De LeonardisMILANO
Nei suoi scatti si coglie l’intensità della partecipazione collettiva, un atto di fede che è anche condivisione: il rito dell’esposizione del morto (con l’esorcizzazione della morte stessa), la veglia, il pianto, la disperazione e la consolazione. Paolo Pellegrin (Roma 1964, vive a Ginevra) è a San Pietro nell’aprile 2005, durante i funerali di papa Giovanni Paolo II: l’apice della tensione emotiva viene raggiunta quando la massa diventa il singolo volto del fedele. La morte è un momento pubblico, esattamente come lo è – con tutto il dramma del prima e del dopo – la vita, la salvezza di quei migranti...