Alias Domenica
Penna o pennarello per fissare l’idea in modo istantaneo
Michelucci Esce da Settegiorni il II volume del corpus di disegni di Giovanni Michelucci, dal 1965 ai primi anni ottanta: autentici strumenti conoscitivi, misurano lo scarto tra l’intenzione e quel che si è potuto fare
Ritratto di Giovanni Michelucci nel suo studio, 1986, Archivio Giovanni Michelucci
Michelucci Esce da Settegiorni il II volume del corpus di disegni di Giovanni Michelucci, dal 1965 ai primi anni ottanta: autentici strumenti conoscitivi, misurano lo scarto tra l’intenzione e quel che si è potuto fare
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 9 aprile 2017
Aveva ragione Manfredo Tafuri a dire che il disegno di architettura è un «oggetto ambiguo» o addirittura «perverso», vuoi perché a volte tende a modificare la lettura dell’opera realizzata consentendo la possibilità di reinterpretarla, vuoi perché spesso la completa come se «da sola non parlasse sufficientemente». Sono questi i motivi che lo convinsero a considerarli alla stregua di «tracce archeologiche»: svelano misteri, interpretano luoghi, tracciano relazioni; pertanto sono «strumenti storiografici raffinati» da sempre indispensabili allo storico. I disegni di Giovanni Michelucci, in particolare, conservati nell’omonimo Centro di Documentazione di Pistoia, sono un’eccellente occasione per comprendere il significato di una pratica...