Cultura
Per i settecento anni del «grande fiorentino»
Editoriale Contare quante e quali siano state le ricezioni del grande poeta della «Commedia» consentirebbe di fare il giro del mondo. Dall’Africa all’Oriente, fino alla prigionia gramsciana e ai paesaggi sonori, rileggerlo oggi è ancora esperienza di libertà
Una immagine di Gustave Dorè
Editoriale Contare quante e quali siano state le ricezioni del grande poeta della «Commedia» consentirebbe di fare il giro del mondo. Dall’Africa all’Oriente, fino alla prigionia gramsciana e ai paesaggi sonori, rileggerlo oggi è ancora esperienza di libertà
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 24 marzo 2021
Questo «speciale» del manifesto lo abbiamo pensato in occasione del «Dantedì», la giornata istituita dal Consiglio dei ministri per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. La data – 25 marzo 1300 – è ritenuta quella dell’inizio del viaggio ultraterreno raccontato nella Commedia. Il Dante del manifesto non vuole essere il Dante-monumento o il Dante-naftalina, intoccabile e inavvicinabile, che molti celebreranno. Ma neanche il Dante-evento o il Dante-intrattenimento, su cui tanti media già twittano. Un Dante né postmoderno, né esoterico, né asfitticamente accademico. Un Dante da «usare» oggi come fermento per le nostre domande, inquietudini, aspirazioni. Un Dante, per...