Internazionale
«Per la retorica razzista di Bolsonaro erano un obiettivo»
Intervista Fiona Watson, ricercatrice di Survival International e amica delle vittime: "Chi fa affari con il Brasile dovrebbe indagare più a fondo la filiera per non commerciare minerali, prodotti dell’agrobusiness e legno a spese delle vite e delle terre indigene"
La polizia federale porta via i resti di Dom Phillips e Bruno Pereira dal luogo in cui sono stati dissotterrati – Ap
Intervista Fiona Watson, ricercatrice di Survival International e amica delle vittime: "Chi fa affari con il Brasile dovrebbe indagare più a fondo la filiera per non commerciare minerali, prodotti dell’agrobusiness e legno a spese delle vite e delle terre indigene"
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 17 giugno 2022
Bruno Pereira Araujo e Dom Phillips hanno dunque perso la vita in una delle aree indigene più vaste e popolate del Brasile, al confine con il Perù. 8,5 milioni di ettari, con la più alta percentuale di popoli incontattati al mondo, 19 gruppi etnici, oltre agli stanziali Kanamari, i Marubo, i Matis, i Matsés, i Kulina e i Korubo, che hanno già avuto contatti con l’uomo bianco. Bruno Pereira, era un militante storico delle lotte indigene, già responsabile Funai (Fondazione per l’indio) in quella zona, rimosso dalla carica nell’ottobre 2019 a seguito di pressioni dal settore dell’agrobusiness e delle lobby...