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Per risalire la china della sconfitta torniamo alle parole della Carta
Sconfitta Non vi è alcuna ragione di preferire uno schieramento politico progressista se questo non è in grado di indicare un orizzonte di cambiamento più o meno radicale, di emancipazione sociale per chi non ha “diritto ad avere diritti”.
Foto Stefano Montesi – foto di Stefano Montesi
Sconfitta Non vi è alcuna ragione di preferire uno schieramento politico progressista se questo non è in grado di indicare un orizzonte di cambiamento più o meno radicale, di emancipazione sociale per chi non ha “diritto ad avere diritti”.
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 25 ottobre 2022
Può ben dirsi che il nuovo governo rappresenti – anche sul piano simbolico – una rottura di continuità con la Repubblica antifascista nata dalla Resistenza e legittimata dalla Costituzione del 1948. Ciò non deve però far credere che il governo della destra si ponga in assoluta discontinuità con il passato recente. Anzi, a ben vedere, è il frutto di una storia annunciata. Vale la pena allora riflettere sulle cause che hanno provocato la resistibile ascesa di Giorgia Meloni. Iniziamo dalla fine. Dalla incapacità delle forze di centro e di sinistra di coalizzarsi per evitare di consegnare il Paese alla destra....