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Per Tullio Gregory attraverso Montaigne

Divano Accanto alla dimensione introspettiva (rammentando l’avvertimento di Montaigne al lettore: «sono io stesso la materia del mio libro»), sarà da parte nostra dimostrazione di saggezza, meditare su quanto Gregory argomenta, non senza un attendibile raccordo con la temperie storica del nostro secolo, intorno alla conformazione sociale, alle fortunose ‘regole’ del consorzio civile sulle quali l’acuto sguardo di Montaigne non cessa di indagare

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 8 marzo 2019
Dei tre studi che Tullio Gregory raccoglie nel 2016 in Michel de Montaigne o della modernità pubblicato a Pisa presso le Edizioni della Normale, il terzo è dedicato a Il tema della fortuna in Montaigne. «La parola fortuna che ricorre tanto frequentemente nei suoi Essais», scrive Gregory, «veicola un tema antico, più volte ripreso nella cultura rinascimentale, che in Montaigne rappresenta l’esito estremo della spietata critica del proprio tempo e della presunzione umana». Argomento che ricorre, al tempo di Montaigne, dal De Fortuna di Giovanni Pontano ad inizio del secolo, al Principe di Machiavelli. Bene lo testimonia, tra l’altro, l’iconografia...

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