Per un’architettura persistente
Distretto di Vsevolozhsky (Ussr), Memoriale «Fiore della vita»
Cultura

Per un’architettura persistente

Intervista Una conversazione con lo studioso e critico Jacques Gubler che da anni interroga luoghi, infrastrutture, tecniche e movimenti artistici. «Il pittoresco non ha più senso ormai. Oggi si deve parlare d’impiego appropriato dei materiali, di sostenibilità, di economia e di clima»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 aprile 2023
Jacques Gubler (Nyon 1940), scrisse Vittorio Gregotti, «è quanto di più svizzero si possa immaginare». Per il suo «pensiero diagonale» lo storico dell’architettura è stato accostato a quello di altri suoi connazionali come Max Frisch, Friedrich Dürrenmatt e Harald Szeemann. Quando fu tradotto il suo Motion, émotions (Christian Marinotti Edizioni 2014) scrivemmo che, in modo analogo a ciò che Gramsci suggeriva per gli scritti di Croce, anche per comprendere il pensiero di Gubler occorresse studiare gli scritti «minori», in altre parole, come per il nostro filosofo, «le raccolte di articoli, postille, piccole memorie, che hanno un maggiore e più evidente...

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