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Perché «facciamo come in Emilia» non porta lontano

Sinistra L’errore è considerare che la soluzione possa essere una frettolosa aggregazione elettorale tra forze con collocazioni e proposte differenti, liquidando o enfatizzando l’ultima “vittoria” o l’ultima sconfitta elettorale. Non ci sono scorciatoie. L’apertura promossa rischia di chiudersi nel perimetro della compagine di un governo che non è frutto di una strategia fondativa

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 5 marzo 2020
L’assemblea di Sinistra italiana, il 15 febbraio a Roma, ha provato a invertire la marcia rispetto alla frammentazione a sinistra. In molti erano stati entusiasti al Brancaccio, o avevano investito nell’Altra Europa, o in Leu o nella lista La Sinistra, o nell’unione tra Sel e chi usciva dal Pd. Tentativi che hanno acceso speranze e poi alimentato rancori e recriminazioni. Non si tratta, solo, del tatticismo dei gruppi dirigenti. L’errore è considerare che la soluzione possa essere una frettolosa aggregazione elettorale tra forze con collocazioni e proposte differenti, liquidando o enfatizzando l’ultima “vittoria” o l’ultima sconfitta elettorale. Non ci sono...

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