Politica

Di Maio: «Il nostro reddito di cittadinanza non è assistenzialismo»

Di Maio: «Il nostro reddito di cittadinanza non è assistenzialismo»Il vicepremier ministro del lavoro e dello sviluppo Luigi Di Maio – LaPresse

Dal Welfare al workfare neo-liberale Il vicepremier ministro del lavoro e dello sviluppo ribadisce: lavoro gratuito per 8 ore e formazione in cambio del sostegno. Il sussidio condizionato all’obbligo al lavoro rientra nelle politiche già adottate nell’Ue e in Usa. Di Maio ha presentato su Facebook Mimmo Parisi, creatore di un sistema di «On-demand work» – il «Mississippi Works». A lui sembra destinato il compito di riorganizzare i centri per l'impiego italiani. Come funziona la piattaforma americana di forza lavoro on demand" e come potrebbe essere applicata in Italia

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 30 settembre 2018
Luigi Di Maio è impegnato in una battaglia: dimostrare che il sedicente «reddito di cittadinanza» del suo governo non è una «misura assistenzialistica». Così lo ha definito ostinatamente, ancora ieri, il presidente del Pd Matteo Orfini. Di Maio ha ragione: il suo «reddito» è un sussidio minimo condizionato all’inserimento lavorativo e alla riqualificazione professionale dei «poveri assoluti» italiani, e non stranieri residenti, attraverso le cosiddette «politiche attive del lavoro». Non di assistenzialismo si tratta, ma di workfare neoliberale. Per avere un sussidio il «povero» deve lavorare, formarsi, dimostrare di essere disponibile ad «attivarsi» nel periodo corrispondente all’erogazione del «reddito». Workfare...

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