Cultura

Peripezie politiche e linguistiche della «razza»

Vocaboli Storia di una parola simbolo della tragicità di un secolo, fino al rovesciamento del suo significato da parte di Gianfranco Contini che la rintracciava nel Medioevo francese, come marchio di bestialità

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 1 marzo 2018
Quest’anno ricorre il tragico ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali da parte della dittatura fascista. Fu il momento più ignobile della storia istituzionale dell’Italia unita, il momento di massima adesione all’ideologia nazista, preparato da una propaganda pseudo-scientifica, divulgata nella rivista che si intitolava «La difesa della razza». Da allora, la parola razza non è più una parola neutra. Evoca il genocidio perpetrato dal nazi-fascismo, il ripudio dell’identità umana, dietro le vesti della pretesa identità razziale. Gli atti dell’Assemblea costituente testimoniano le lunghe discussioni per la stesura dell’art. 3, circa l’opportunità di inserire quel termine nella Carta: «Tutti i cittadini...

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