Cultura

Peter Handke, fra lingua e silenzio

Peter Handke, fra lingua e silenzioPeter Handke

Nobel letteratura Allo scrittore austriaco, il premio dell’Accademia svedese per il 2019. Tutta la sua produzione va letta nella tradizione della ricerca linguistica che da Hofmannsthal passa alla filosofia di Wittgenstein e innerva la sperimentazione del Gruppo di Graz

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 11 ottobre 2019
L’esordio di Peter Handke sulla scena letteraria fu segnato da una provocazione indirizzata all’establishment intellettuale della Repubblica federale tedesca: invitato nel 1966 a Princeton da Ingeborg Bachmann in occasione dell’incontro annuale del Gruppo 47, l’allora ventiquattrenne scrittore austriaco attaccò quella che considerava una generalizzata incapacità di stare al passo con i tempi, ovvero il conformismo linguistico e sintattico della narrativa espressa dal gruppo letterario che era protagonista di quella giornata. Due anni più tardi, gli obiettivi polemici di Handke sarebbero stati il teatro dialettico di Bertolt Brecht e quello documentario di Peter Weiss, incapaci di agire nel tempo e nella...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi