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Peter Handke, politica e letteratura

Verità nascoste «Il suo resoconto, ‘Un disinvolto mondo di criminali’, tolse ogni giustificazione alla congiura internazionale, ai signori della guerra e ai media di supporto. I suoi romanzi scomparirono dalle librerie, la sua opera teatrale fu cancellata dal cartellone della Comédie Française: venne condannato a morte dall’Europa dei diritti umani, perché uno scrittore vive e sopravvive solo nella sua opera. Ora arriva il premio Nobel, a premiarne la resistenza, l’amicizia per la lingua e per la sua funzione di unione tra i popoli»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 26 ottobre 2019
Giorgio Callea: «Peter Handke ha vinto il premio Nobel, un premio al senso dell’amicizia. Mitteleuropeo, con due gambe ben allenate a passeggiare senza badare ai confini. I suoi amici sono austriaci, ungheresi, jugoslavi, senza distinzione tra serbi, croati, sloveni, bosniaci, kosovari. Partì per la Jugoslavia all’epoca della sua disintegrazione e al ritorno ne uscirono due libri, ‘Un viaggio d’inverno’ e ‘Appendice estiva a un viaggio d’inverno’. Raccontano di amicizie spezzate dalla guerra lungo le sponde della Drina, della solitudine del popolo serbo diventato agli occhi del mondo “cattivo” e condannato a rimanere senza amici. La stessa sorte che subirono i...

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