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Pia Covre: «Finalmente riconosciute sex workers, favorirci non è reato»

Pia Covre: «Finalmente riconosciute sex workers, favorirci non è reato»Pia Covre

Intervista La presidente del Comitato per i diritti civili delle prostitute: «Abbiamo pagato prezzi altissimi al reato di favoreggiamento: mariti sottoposti a processo, difficoltà enormi a trovare case in affitto o perfino una camera in un hotel»

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 7 febbraio 2018
«Hanno usato proprio la parola sex workers, sono contenta». È una bella sorpresa, per Pia Covre, storica attivista e presidente del Comitato per i diritti civili delle prostitute, vedere quel termine invocato da anni comparire nell’ordinanza con la quale la Corte d’Appello di Bari ha trasmesso gli atti del processo Tarantini alla Consulta affinché valuti l’incostituzionalità di quella parte della legge Merlin (art.3, commi 4 e 8 in particolare) che persegue chi favorisce o rafforza la libera scelta delle lavoratrici del sesso. Nell’ordinanza, i giudici citano una sentenza della Consulta dell’87 e una della Cassazione del 2004 che riconoscono l’autodeterminazione...

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