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Piccolo, grande Richard

Piccolo, grande Richard

Tributi/Un ricordo dell’«architetto del rock’n’roll», tra blues e gospel Prima di diventare una star, a sedici anni, girovagava per gli Usa al seguito di un guaritore

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 16 maggio 2020
«La sera prima abbiamo suonato a Fayetteville. Il giorno dopo, ho ricevuto la telefonata di primo mattino: “Ci vediamo a New Orleans”. Sono sgattaiolato via e ho lasciato la mia band nel motel, ad eccezione di Henry Nash, Lee Diamond e Chuck Connors». Per coprire le circa cinquecento miglia che dividono Fayetteville, in Tennesse, da New Orleans, in Louisiana, occorrono almeno otto ore ininterrotte di guida. La storia racconta inoltre che giunti all’altezza del lago di Pontchartrain, la pioggia fosse così forte che i tergicristalli della Chrysler a malapena riuscivano a fare il proprio lavoro. Tutto questo non fermò un...

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