Cultura
Pier Vittorio Tondelli. Una festa lunga una generazione
Il ricordo Elettrizzato e spaventato («proviamo») quando decise di venire a vivere a Milano: era il giovane scrittore, una promessa già mantenuta - sebbene un giudizio di «romanzo di consumo» lo avesse ferito. Il senno di poi smentì quei critici
Pier Vittorio Tondelli
Il ricordo Elettrizzato e spaventato («proviamo») quando decise di venire a vivere a Milano: era il giovane scrittore, una promessa già mantenuta - sebbene un giudizio di «romanzo di consumo» lo avesse ferito. Il senno di poi smentì quei critici
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 16 dicembre 2021
La sera in via Abbadesse c’era una festa, con i giovani scrittori che Pier Vittorio scovava e curava; c’erano i suoi coetanei e come lui già affermati; c’era Fernanda Pivano che Pier coccolava come fosse sua nonna (salvo che il meraviglioso cammeo appuntato sull’abito era un regalo di Alice Toklas); c’era cibo, alcol, fumo, musica, voci via via più alte, nuovi arrivati. Una festa in stile Tondelli, gli ospiti buttati su divani e poltrone con l’aria di chi si diverte più del padrone di casa, che s’aggirava con un bicchiere in mano svettando sugli altri con quel fare timido, di...