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Piketty e altri cento economisti a sostegno delle proteste dei lavoratori essenziali a Bruxelles

Piketty e altri cento economisti a sostegno delle proteste dei lavoratori essenziali a Bruxelles

Le mobilitazioni del 1 ottobre Tra gli altri firmatari di particolare rilievo ci sono: l'economista britannica Ann Pettifor, l'economista tedesco Prof. Benjamin Braun, l'economista ungherese ed ex commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione László Andor

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 1 ottobre 2024

Noi, economisti di tutto il mondo, sosteniamo le richieste dei lavoratori essenziali e dei loro sindacati per una riforma delle norme dell’UE in materia di appalti pubblici che rafforzi la contrattazione collettiva e migliori le condizioni di lavoro nei settori ad alta intensità di manodopera come i servizi di pulizia, sicurezza e ristorazione. La pandemia di Covid-19 ha sottolineato il valore economico critico dei lavoratori esternalizzati in settori come le pulizie, la sicurezza e i servizi di ristorazione.

Tuttavia, nonostante i lavoratori essenziali abbiano mantenuto le nostre comunità sicure, pulite e servite di pasti durante i giorni più bui della pandemia, sono spesso percepiti da enti pubblici e privati come semplici fattori di costo piuttosto che come investimenti cruciali per la salute, la sicurezza e il benessere della società. Un anno e mezzo dopo che l’Oms ha dichiarato la fine della Covid-19 come emergenza sanitaria globale, la fine dell’emergenza sociale che molti lavoratori essenziali devono affrontare non è ancora arrivata.

Inoltre, molti lavoratori essenziali sono lavoratori migranti – soprattutto donne – e devono affrontare la minaccia di un’estrema destra in crescita che usa il suo potere politico non solo per spingere contro le politiche economiche progressiste, ma anche per dividere ulteriormente il mercato del lavoro lungo linee di nazionalità, religione, genere e orientamento sessuale. Ora, però, i lavoratori essenziali e i loro sindacati si stanno mobilitando a Bruxelles per chiedere una riforma progressiva delle direttive europee sugli appalti pubblici.

Gli appalti pubblici, ovvero l’affidamento ad imprese private da parte delle autorità pubbliche per la fornitura di beni e servizi, ammontano a duemila miliardi di euro, circa il 14% del PIL dell’Unione Europea. Milioni di lavoratori sono impiegati nell’UE grazie a questi contratti e gli standard creati attraverso gli appalti pubblici influenzano le retribuzioni e le condizioni di lavoro in tutto il settore privato. Ma le attuali pratiche di appalto – con la loro spinta verso le offerte al massimo ribasso – creano condizioni di mercato che consentono agli offerenti di ignorare i criteri sociali.

L’enfasi posta dalla direttiva UE sugli appalti pubblici sul prezzo come criterio primario di aggiudicazione mette in secondo piano altri fattori critici, come i diritti dei lavoratori e le condizioni di lavoro eque, che sono essenziali per una crescita economica sostenibile e una buona occupazione. Poiché la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato una revisione delle linee guida sugli appalti pubblici nel suo prossimo mandato, sosteniamo i lavoratori essenziali e i sindacati europei nella loro lotta per garantire standard di lavoro equi, rafforzare la contrattazione collettiva e la voce dei lavoratori in questi servizi esternalizzati. E lavoreremo insieme a tutte quelle forze progressiste che cercano di migliorare i mezzi di sussistenza e le condizioni di lavoro dei lavoratori, indipendentemente dal loro status, identità e occupazione.

Sosteniamo quindi la mobilitazione del movimento sindacale per “fermare la corsa al ribasso” negli appalti pubblici che si terrà a Bruxelles il 1° ottobre 2024. La contrattazione collettiva e i diritti sindacali sono un pilastro fondamentale di mercati del lavoro equi. È imperativo che i suoi principi siano integrati e applicati in tutti i processi di appalto pubblico.

***Tutti i firmatari sul sito del sindacato Uni Europa

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