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Più che la democrazia, abbiamo esportato inflazione e rancore
La resa dei conti Investito in sviluppo un 20° di quanto speso per guerreggiare. E solo un decimo di quel 20° è finito in progetti agricoli, per un popolo a cui non restava altro che coltivare oppio. A chi presentare il conto della disfatta? I paesi Nato potrebbero almeno accollarsi, in proporzione al Pil, l’impegno di dare ospitare le migliaia di profughi in fuga
Militari Usa in Afghanistan – Ap
La resa dei conti Investito in sviluppo un 20° di quanto speso per guerreggiare. E solo un decimo di quel 20° è finito in progetti agricoli, per un popolo a cui non restava altro che coltivare oppio. A chi presentare il conto della disfatta? I paesi Nato potrebbero almeno accollarsi, in proporzione al Pil, l’impegno di dare ospitare le migliaia di profughi in fuga
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 24 agosto 2021
Riavvolgiamo il filo della matassa dall’inizio. Andammo in Afghanistan nel 2001 per aiutare gli Usa, in base all’art. 5 del Patto Atlantico, ad inseguire a caldo i mandanti degli attacchi dell’11 settembre. In diritto internazionale si chiama hot pursuit e l’inseguimento è legittimo finché è “caldo”, non se dura vent’anni. Venuti meno gli obblighi difensivi si doveva tornare a casa. Invece no. Si decise di “adottare” quel Paese lanciando un’ambiziosa operazione di nation building. Per farlo si ricorse alla Nato (North Atlantic Treaty Org.), istituita nel 1949 in funzione anti-Urss. Che c’entrava con l’Afghanistan, distante 5000 km dall’Atlantico? Parte della...