Alias Domenica
Poeti e briganti, un accordo linguistico
Non senso comune Né etichette per misteriosi pensieri preverbali, né veicoli di una trascendentale creatività, le parole si ribellano tanto alla mera funzione comunicativa quanto all’ispirazione: «Lingue oscure», Quodlibet
Jacques Villeglé e Raymond Hains, Pénélope, 1952
Non senso comune Né etichette per misteriosi pensieri preverbali, né veicoli di una trascendentale creatività, le parole si ribellano tanto alla mera funzione comunicativa quanto all’ispirazione: «Lingue oscure», Quodlibet
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 maggio 2019
Secondo una idea pericolosa, ancora oggi dominante, la funzione evolutiva ed etico-politica del linguaggio consisterebbe nel comunicare informazioni. Simili a navette aeroportuali, le parole trasferirebbero bagagli psichici preconfezionati da un terminal all’altro, cioè dalla mente del parlante a quella dell’ascoltatore. Il che significa considerare le parole come etichette da incollare su misteriosi pensieri preverbali che non si sa da dove trarrebbero il loro significato (dall’istinto? dall’anima?). A questa semplificazione se ne contrappone spesso una seconda che, suo malgrado, integra la prima: la convinzione, diffusa tra i critici del capitalismo neoliberale, che contro la riduzione della parola a veicolo informativo sia...