Alias Domenica

Pontiggia, sorprese dell’antitesi

Inseguire la meraviglia, in letteratura, è un comandamento di dubbia reputazione. Richiama eccessi barocchi, frana di immagini a rotta di collo, esubero di artifici che straripano in arbitrio. Sostituire la […]

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 12 febbraio 2017
Inseguire la meraviglia, in letteratura, è un comandamento di dubbia reputazione. Richiama eccessi barocchi, frana di immagini a rotta di collo, esubero di artifici che straripano in arbitrio. Sostituire la novità con la perpetua sorpresa pare un mezzo di piccola bottega. Eppure. La svolta inattesa di una frase, l’accostamento di parole che risveglia l’attenzione assopita sono ingredienti che accendono la pagina e, nelle mani di uno scrittore avvertito, ben si combinano col rigore, con la pulizia formale, con la pratica della sottrazione giudiziosa. Più di altri, Giuseppe Pontiggia ha saputo dosare precisione e accensioni, controllo e sorpresa. Romanziere autoconsapevole, che...

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