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Precari e ceti medi, la sinistra tolga la leva alla destra
Crisi sociale/pandemia Se le destre invocano di fatto il vecchio liberismo, ovvero un “si salvi chi può” affidato più al caso che al merito effettivo dei singoli operatori economici, “redistribuzione” e “programmazione” dovrebbero essere le parole chiave su cui ripensare una moderna agenda politica democratica e progressista
Crisi sociale/pandemia Se le destre invocano di fatto il vecchio liberismo, ovvero un “si salvi chi può” affidato più al caso che al merito effettivo dei singoli operatori economici, “redistribuzione” e “programmazione” dovrebbero essere le parole chiave su cui ripensare una moderna agenda politica democratica e progressista
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 23 aprile 2021
Nell’attuale fase politica l’egemonia politica della destra, apparentemente divisa fra un partito “di lotta” e uno “di governo”, fa leva sul malcontento diffuso fra vasti settori del lavoro salariato, del precariato sommerso e del ceto medio produttivo duramente colpiti dall’interruzione di molte attività economiche, nonostante l’erogazione da parte dagli ultimi governi di “ristori” e di vari strumenti di tutela sociale, senz’altro ingenti ma evidentemente insufficienti a far fronte all’impoverimento di molte delle suddette categorie. Il consenso delle destre poggia su questi drammatici elementi di realtà, anche se non implica alcuna concreta opposizione, al di là degli slogan, ai “poteri forti”,...