ExtraTerrestre
Presìdi aperti per scoprire il gusto della biodiversità
Una volta i nomi della biodiversità del cibo erano bizzarri, li conoscevano poche centinaia (a volte solo decine) di migliaia di persone, non andavano al di fuori dei confini regionali […]
Una volta i nomi della biodiversità del cibo erano bizzarri, li conoscevano poche centinaia (a volte solo decine) di migliaia di persone, non andavano al di fuori dei confini regionali […]
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 8 ottobre 2020
Una volta i nomi della biodiversità del cibo erano bizzarri, li conoscevano poche centinaia (a volte solo decine) di migliaia di persone, non andavano al di fuori dei confini regionali (a volte comunali) e parlavano ognuno il proprio dialetto. Il puzzone di Moena, il pallone di Gravina, il lonzino di fico, il pomodoro fiaschetto… Prodotti che dagli anni ’60 in avanti hanno cominciato a subire un lento declino, rischiando di scomparire a causa dell’abbandono delle campagne, dell’industrializzazione agricola, delle normative iper-igieniste. A dire il vero anche la parola biodiversità era sconosciuta ai più: non era all’ordine del giorno nelle agende...