Internazionale
Prime condanne per «proteste», ma Bashir cede il partito al vice
Sudan Il presidente lascia la guida del Ncp e l'affida al suo nuovo vice che diventa in automatico candidato alla presidenza. Lo stato di emergenza fa le prime vittime: otto condannati al carcere dai tribunali speciali
Proteste e repressione in Sudan – Afp
Sudan Il presidente lascia la guida del Ncp e l'affida al suo nuovo vice che diventa in automatico candidato alla presidenza. Lo stato di emergenza fa le prime vittime: otto condannati al carcere dai tribunali speciali
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 2 marzo 2019
Alla fine Omar al-Bashir qualcosa ha dovuto cedere: a due mesi e mezzo dall’inizio delle proteste anti-governative in Sudan, il trentennale presidente ha passato lo scettro del partito di governo, il National Congress Party, al suo neo-vice, Ahmed Harun (anche lui come Bashir ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra in Darfour). Da nuovo leader del Ncp, Harun diventa in automatico il candidato presidente alle elezioni del 2020 se il futuro congresso del partito non deciderà diversamente. L’annuncio giunge in pieno stato di emergenza, in vigore da una settimana per porre un freno alle proteste continue: in poche...