Italia
Processo a Cosa Nostra
Storie Il 10 febbraio 1986 si apre a Palermo il primo grado del Maxiprocesso. Nell’aula bunker dell’Ucciardone, costruita a tempo di record, prendono forma le responsabilità della «commissione». Arriveranno le condanne e, sei anni più tardi, saranno confermate dalla Cassazione. Il pool di giudici istruttori guidato da Antonino Caponnetto decide di dedicare l’inchiesta a Rocco Chinnici, assassinato tre anni prima. Uno dei magistrati di quell’ufficio istruzione ricorda le udienze e riflette sull’eredità nella lotta alla mafia
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 6 febbraio 2016
Trent’anni or sono, il 10 febbraio del 1986, nell’aula bunker del tribunale di Palermo si apriva il maxiprocesso alla mafia che si sarebbe poi concluso il 30 gennaio 1992 con la sentenza definitiva della Cassazione. Quell’evento si percepiva come un punto di non ritorno nella lotta alla mafia, almeno sul piano giudiziario, e lo era davvero perché dimostrava che non si era in presenza di una sorta di «spectre» inafferrabile con la quale era impossibile fare i conti: cadeva un mito e, infatti, da allora in poi, pur con alti e bassi, Cosa nostra ha subito una notevole repressione che...