Internazionale
Protesta dei migranti nella prigione libica di Zawiya: «Siamo scudi umani, salvateci»
Porto sicuro I prigionieri terrorizzati dopo la strage di Tajoura. L'inviato Cochetel dell'Unhcr denuncia la cecità dell'Europa e invoca canali alternativi ai barconi perché possano fuggire dalla guerra
Porto sicuro I prigionieri terrorizzati dopo la strage di Tajoura. L'inviato Cochetel dell'Unhcr denuncia la cecità dell'Europa e invoca canali alternativi ai barconi perché possano fuggire dalla guerra
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 6 luglio 2019
«Siamo scudi umani» «Siamo noi le vittime della guerra», «Salvateci, grazie Carola, ma dov’è l’Unhcr?». Sono seduti per terra, accucciati a centinaia all’ombra di un muro, uno vicino all’altro – donne velate, uomini e bambini, tutti neri, con sguardi spauriti, spenti – tengono in silenzio questi striscioni fatti di piccoli teli che si agitano a una lieve brezza. È la protesta dei prigionieri del centro di detenzione di Zawiya sulla costa della Tripolitania, andata in scena la sera di giovedì e rittwittata ieri in un video dal sito Exodus Fuga dalla Libia che raccoglie le voci e i racconti dei...