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Proteste in Iran, il retroterra assente
Un approccio miope Gli attori politici che più hanno contribuito alla recente ascesa di Tehran nella regione sono gli stessi che oggi chiedono alla comunità internazionale di limitare il “regime degli āyatollāh”
Protesta in Iran, foto Ap – Ap
Un approccio miope Gli attori politici che più hanno contribuito alla recente ascesa di Tehran nella regione sono gli stessi che oggi chiedono alla comunità internazionale di limitare il “regime degli āyatollāh”
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 8 dicembre 2022
Le origini della dinastia Pahlavi sono riconducibili a un colpo di Stato (1921) avallato e sostenuto dalle autorità britanniche presenti al tempo in Iran. Tanto Reza Khan, – un “violento” e “analfabeta” ufficiale che venne scelto dal capo di stato maggiore Sir Edmund Ironside – quanto suo figlio Reza Pahlavi, soppressero sin da subito ogni forma di opposizione, al fine di consolidare il proprio potere personale. A dispetto di alcune riforme portate avanti dallo stesso Reza Pahlavi, quest’ultimo mostrò da subito un atteggiamento sprezzante nei riguardi delle donne, da lui considerate come esseri “inferiori”. Si pensi, tra altri possibili esempi, a quanto dichiarò nell’intervista concessa...