Internazionale

Qualcosa di terribile sta accadendo nel «giardino nero» del Caucaso

Qualcosa di terribile sta accadendo nel «giardino nero» del CaucasoLa fuga della popolazione armena dal Nagorno-Karabakh e la fila di veicoli fermi al confine – Ap

Reportage I racconti degli abusi e delle violenze subite dai civili armeni del Nagorno-Karabakh. Tra le migliaia di persone in fuga dall’enclave indipendentista dell’Artsakh. Gli azeri sostengono di aver colpito solo obiettivi militari. Le testimonianze dei profughi dicono altro: «A Martakert una donna ha salvato i suoi 4 bambini, li ha lasciati nel camion ma non è riuscita a scappare e l’hanno uccisa. La madre di quattro bambini!»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 settembre 2023
Sabato AngieriGoris (confine armeno-azero)
Alcune parole sono come fantasmi pronti a riapparire nei momenti più bui. Per gli armeni costretti a fuggire dal Nagorno-Karabakh queste parole sono «genocidio», «pulizia etnica» e «diaspora». Ieri il numero ufficiale degli sfollati ha superato i 50 mila individui, a questa velocità entro la fine della settimana tutti i 120 mila armeni residenti in Artsakh prima dell’«operazione anti-terrorismo» azera di giovedì scorso entreranno nella lista dei profughi. «È la prima volta in 3500 anni che non ci saranno armeni in Nagorno-Karabakh» dice sconsolata Ani, osservando il serpente metallico che si inerpica sulla collina di Kornidzor dalla dogana. Ognuno qui...

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