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Quando andavamo davanti alla fabbrica
Sinistra Quando, negli anni ’60 e ’70, in periferia a Roma, si respirava un clima di legittimazione della politica. Adesso sembra un sogno non la realtà vissuta da noi studenti che venivamo riconosciuti e accolti dagli operai
Street Art a Tor Marancia, Roma
Sinistra Quando, negli anni ’60 e ’70, in periferia a Roma, si respirava un clima di legittimazione della politica. Adesso sembra un sogno non la realtà vissuta da noi studenti che venivamo riconosciuti e accolti dagli operai
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 8 giugno 2016
Finalmente è emerso il problema del fossato che divide l’elettore delle periferie popolari da quello del centro del ceto medio. Il problema è la perdita dell’elettore che vive in periferia da parte delle forze politiche, un tempo sue legittime voci. In periferie abitano disoccupati e precari, italiani e immigrati. Gli italiani sopravvivono perché le loro mogli, sorelle, donne vanno al centro a fare “i servizi”. I non italiani sono prontissimi a fare qualsiasi lavoro a qualsiasi salario. Sono “crumiri” involontari, odiati dai disoccupati che sentono la loro concorrenza come una prepotenza da cui nessuno li difende. E anzi: dalla Caritas...