Cultura
Quando la «disgrazia» è nei sogni inascoltati
Scaffale Il romanzo di Enzo Scandurra per Castelvecchi: una dolorosa storia esistenziale che racconta anche di una società che nega la libertà alle donne
Aung Myint, «Mother and child»
Scaffale Il romanzo di Enzo Scandurra per Castelvecchi: una dolorosa storia esistenziale che racconta anche di una società che nega la libertà alle donne
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 14 ottobre 2020
C’è un autoritratto-fotomontaggio di Saul Steimberg dove il grande artista da vecchio si ritrae tenendo per mano se stesso bambino. Ben ordinato e vestito alla moda scolastica di fine ottocento. Anche Enzo Scandurra nel suo romanzo La disgrazia (Castelvecchi, pp.156, euro 17,50) si fa prendere per mano dal se stesso bambino. E con i suoi occhi rilegge la propria storia e quella di Roma che si trasforma. Il bambino cresce con l’espandersi della città. Vede i palazzoni della periferia che si mangiano la campagna, e cambiano la prospettiva da cui guarda il mondo. La periferia sicura delle case dei ferrovieri...