Visioni
Quando la pelle è una maschera di rifiuti elettronici
Mostra Intervista con Maurice Mbikayi, l’artista congolese alla sua prima personale italiana con «Masks of Heteropia», a cura di Silvia Cirelli. Sculture, installazioni, fotografie concepite come alter ego, alle Officine dell’Immagine a Milano
«The Dogs Keeper» di Maurice Mbikayi, sotto in una foto di Manuela De Leonardis
Mostra Intervista con Maurice Mbikayi, l’artista congolese alla sua prima personale italiana con «Masks of Heteropia», a cura di Silvia Cirelli. Sculture, installazioni, fotografie concepite come alter ego, alle Officine dell’Immagine a Milano
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 24 luglio 2018
Manuela De LeonardisMILANO
Lo spazio come supporto teoretico per l’intelligibilità del mondo contemporaneo: questo è il punto di partenza per la riflessione di Maurice Mbikayi – classe 1974, nato a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, vive e lavora a Cape Town, Sudafrica. In occasione della sua prima personale in Italia – Masks of Heteropia (a cura di Silvia Cirelli) – da Officine dell’Immagine a Milano (fino al 28 luglio), che aveva già presentato alcuni suoi lavori nella collettiva We call it Africa (2017), l’artista dichiara l’autorevolezza di Michel Foucault, autore tra l’altro di Utopie. Eterotopie (1966). È della fine degli anni Sessanta...