Cultura

Quando l’avventura s’invita alla festa della rivoluzione

Quando l’avventura s’invita alla festa della rivoluzione

Zona autonoma temporanea Pubblichiamo un brano dalla nuova edizione di «T.A.Z.», in libreria da domani per Shake. Torna a quasi 30 anni dalla sua prima traduzione un «classico» che ha cambiato la cultura underground. Dalla rete ai rave fino alla recente «chaz» di Seattle passando per i luoghi e le pratiche dell’autogestione. «Un’insurrezione che non si scontra direttamente con lo Stato, operazione guerrigliera che libera un’area (di terra, di tempo, di immaginario). E poi svanisce per riformarsi altrove, in un altro tempo»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 7 luglio 2020
Com’è possibile che «il mondo a testa in giù» alla fine riesca sempre a raddrizzarsi, a tornare diritto? Perché alla rivoluzione segue sempre la reazione, come le stagioni all’inferno? INSURREZIONE, dal latino insurrectio, è il termine utilizzato dagli storici per etichettare le rivoluzioni fallite, i movimenti che non seguono la parabola prevista, la traiettoria approvata consensualmente: rivoluzione, reazione, tradimento, fondazione di uno Stato più forte e ancor più repressivo. La ruota gira, la storia torna sempre e sempre alla sua forma più elevata: schiacciare con pesanti stivali da SS la faccia dell’umanità. L’in-su-rrezione, evitando di conformarsi a questa parabola, indica...

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