Cultura
Quando Pompei parlava in greco
Intervista Carlo Rescigno, curatore insieme a Massimo Osanna della mostra presso la Palestra Grande degli scavi di Pompei, racconta come «la romanizzazione fu un modo per integrare in un nuovo sistema economico un patchwork di culture che componevano l’Italia di quel periodo»
Statua di Apollo, I sec. a. C – @ Luigi Spina
Intervista Carlo Rescigno, curatore insieme a Massimo Osanna della mostra presso la Palestra Grande degli scavi di Pompei, racconta come «la romanizzazione fu un modo per integrare in un nuovo sistema economico un patchwork di culture che componevano l’Italia di quel periodo»
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 3 novembre 2017
«Quando gli scavi restituiscono un oggetto proveniente da un mondo lontano ci si interroga sempre sul suo significato, su come sia arrivato in quel contesto e se sia il frutto di un semplice scambio commerciale o non entri piuttosto in gioco il concetto di identità». Carlo Rescigno, docente di Archeologia classica presso l’università della Campania «Luigi Vanvitelli» è il curatore, insieme a Massimo Osanna, della mostra Pompei e i Greci (visitabile fino al 27 novembre presso gli Scavi di Pompei, Palestra Grande, con l’organizzazione di Electa). È un percorso ideato dalla Soprintendenza archeologica della Campania allo scopo di esplorare il...