Cultura
Quel passato rimosso, fascista e imperiale che interroga il Paese
INCONTRI «Il Cono d’Ombra. Narrative decoloniali d’Oltremare», al Maschio Angioino di Napoli fino al 25 agosto. Un dialogo tra opere dell’epoca e i lavori odierni di dodici artisti della diaspora africana
Pascale Marthine Tayou, «Poupée Pascale», 2019. Courtesy Galleria Continua – San Gimignano Beijing Les Moulins Habana Roma Sao Paulo Paris
INCONTRI «Il Cono d’Ombra. Narrative decoloniali d’Oltremare», al Maschio Angioino di Napoli fino al 25 agosto. Un dialogo tra opere dell’epoca e i lavori odierni di dodici artisti della diaspora africana
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 20 agosto 2022
Ai lati dell’arco di Castelnuovo, la reggia angioina, due ascari in abiti tradizionali – lunghi mantelli neri e sciarpa bianca intorno al viso, copricapo con lo stemma tricolore – sembrano malinconiche sentinelle, una esotica curiosità per invitare i passanti a entrare nel maniero napoletano. La gigantografia in bianco e nero del 1934 apre la mostra Il Cono d’Ombra. Narrative decoloniali d’Oltremare, al Maschio Angioino fino al 25 agosto, a ingresso gratuito. Una citazione obbligata per questa contro-narrazione della politica imperialista fascista, un dialogo tra opere storiche del periodo coloniale con i lavori di dodici artisti contemporanei appartenenti alla diaspora africana...