Cultura

Quella musica per restare umani nei lager nazisti

Quella musica per restare umani nei lager nazisti

Indagini Il saggio di Roberto Franchini, «L’ultima nota. Musica e musicisti nei lager nazisti», per Marietti 1820. Per quanto strano possa sembrare alla luce di quel contesto, ad Auschwitz, a Westerbork, a Terezín, a Buchenwald e a Dachau si è fatta musica per le ragioni più disparate

La ricerca storiografica, che continua a prendere meritoriamente in esame gli innumerevoli aspetti della Shoah, concentra talvolta la propria attenzione su alcuni temi all’apparenza marginali che però, in realtà, non lo sono affatto. Si tratta, al contrario, di argomenti che contribuiscono tanto a restituirci la complessità di un avvenimento estremamente sfaccettato quanto a stimolare il nostro interesse. Giunge dunque a proposito il saggio del giornalista e studioso Roberto Franchini, già autore di Cartoline da Auschwitz, che reca il titolo L’ultima nota. Musica e musicisti nei lager nazisti (Marietti 1820, pp. 322, euro 24,00): una disamina lucida e meticolosa volta ad...

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