Cultura
Quella solitudine piena d’oro
Città perdute /8 Le numerose esplorazioni, tra storia e mito, dedicate alla Ciudad de los Césares, in Patagonia (forse). La leggenda provocò naufragi, inghiottì soldati e fece scorrere fiumi di inchiostro. Fra i primi viaggi ci fu quello di Sebastiano Caboto, che nel 1526 finì per cambiare rotta
Ortelius, Maris Pacifici, 1589
Città perdute /8 Le numerose esplorazioni, tra storia e mito, dedicate alla Ciudad de los Césares, in Patagonia (forse). La leggenda provocò naufragi, inghiottì soldati e fece scorrere fiumi di inchiostro. Fra i primi viaggi ci fu quello di Sebastiano Caboto, che nel 1526 finì per cambiare rotta
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 22 agosto 2017
Una fortezza di montagna, situata ai piedi di un vulcano e sovrastante un bellissimo lago. C’era un fiume, il Río Diamante, ricco di oro e pietre preziose. Ci volevano due giorni per attraversare la città, che aveva un’unica entrata difesa da un ponte levatoio. Gli edifici erano di pietra scolpita, le porte tempestate di gioielli, i vomeri erano d’argento e il mobilio della più umile dimora d’argento e d’oro. Non esistevano malattie; i vecchi morivano serenamente, come colti dal sonno. Gli uomini portavano cappelli a tricorno, giacche blu e mantelli gialli (colori dell’Essere Supremo nella mitologia india). Coltivavano pepe, e...