Cultura

Quell’archivio sommerso, tra smarrimento e libertà

Quell’archivio sommerso, tra smarrimento e libertàChiara Fumai, «Shut up, actually talk» (performance a Villa Medici, 2014)

Se n’è andata Chiara Fumai, artista contemporanea tra le più originali. Tra le «irregolari» a cui si ispirava: Valerie Solanas, Ulrike Meinhof e Carla Lonzi

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 agosto 2017
Quando Chiara Fumai parlava del suo lavoro, utilizzava il termine «slavoro» oppure, vista la sua carriera internazionale «unwork», un termine che suggeriva tanto l’idea di un ribaltamento dei meccanismi della produzione artistica, quanto la radicalità che attraversava la sua opera e la sua persona. Le sue numerose installazioni, video, disegni, collages e performances erano abitate da una costellazione di donne irregolari che evocavano altrettante figure della ribellione e della libertà femminili, da cui Chiara Fumai traeva ispirazione e linfa vitale. Valerie Solanas, Ulrike Meinhof e Carla Lonzi sono alcune delle sue figure tutelari, di cui l’artista citava e manipolava gli...

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