Editoriale

Quelle bare che gravano sulle elezioni europee

Quelle bare che gravano sulle elezioni europeeMar Mediterraneo – Sintesi Visiva

Nella finta polemica tra Italia e Ue sulle strage di stranieri nel canale di Sicilia (centinaia di annegati che si aggiungono ai 400 dell’ottobre 2013 e alle migliaia degli ultimi […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 14 maggio 2014

Nella finta polemica tra Italia e Ue sulle strage di stranieri nel canale di Sicilia (centinaia di annegati che si aggiungono ai 400 dell’ottobre 2013 e alle migliaia degli ultimi anni), Angelino Alfano ha un sicuro vantaggio su Renzi. Diversamente dal pirotecnico Presidente del Consiglio, il ministro degli Interni non ha bisogno di fingersi di sinistra, ma può gioiosamente mettere a nudo la sua anima di destra. Quindi, se Renzi se la prende a parole con l’Europa che pensa alle banche ma non ai bambini, Alfano bada al sodo.
Quando si tratta di stranieri, clandestini, invasioni e simili spauracchi dell’opinione pubblica Angelino non lo batte nessuno (a parte la Lega, naturalmente).

Tempo fa giurava che 600.000 clandestini sarebbero pronti a sbarcare sulle coste italiane, quindici volte quelli arrivati nel 2013. Come si spiega questa cifra sensazionale? Angelino non ce l’ha spiegato. In cambio, ecco le misure che l’Europa dovrebbe adottare, secondo lui, per fermare l’ecatombe di stranieri: assisterli a casa loro, convocare le marine europee nel Mediterraneo, spostare la sede di Frontex da Varsavia in Italia, accogliere i sopravvissuti sbarcati in Italia. Insomma, bloccare in ogni modo i migranti, con le buone e con le cattive e, se proprio quelli riescono a passare, disperderli un po’ dappertutto nel vasto continente.

La storia dell’assistenza in loco ricorda una singolare iniziativa di qualche amministratore leghista di un villaggio della Bergamasca, e cioè la raccolta differenziata per migranti. «Aiutiamoli, ma a casa loro» c’era scritto su alcuni cassonetti per vestiti usati da spedire, immaginiamo, in Africa. L’idea di Alfano, sembra di capire, è destinare un po’ di soldi a «quelli là» o magari allestire delle tendopoli nel deserto libico, schivando le incursioni delle bande armate a cui il geniale occidente, dopo la fine di Gheddafi, ha affidato le sorti della democrazia a Tripoli e Bengasi. Ecco una strategia lungimirante, oltre che umanitaria

Quanto alle marine europee, si sa che solcano già le acque azzurre verso est, visto che tra Siria, Ucraina e altre zone calde, una guerra prima o poi potrebbe scoppiare. Ma forse bisognerebbe ricordare ad Alfano che durante la guerra di Libia, le marine della Nato si guardarono bene dal soccorrere la gente in fuga. E poi, con la crisi che c’è, riuscite a immaginare finlandesi, danesi, inglesi, tedeschi ecc. che spediscono le flotte per cavare le castagne dal fuoco a Renzi e Alfano?
Ma il nostro ministro degli interni sa che cos’è Frontex? È precisamente l’agenzia europea che si incarica di proteggere le frontiere dai migranti. Se si va sul suo sito si possono vedere belle immagini di poliziotti a cavallo sullo sfondo di verdi colline, immagini di motoscafi veloci e inviti alle aziende (sorveglianza elettronica alle frontiere ecc.) a collaborare. Insomma, Frontex è la risposta dell’Europa alle ansie di Alfano e un bel business. Dunque, che vuole l’Italia? Altri soldi? Oppure gestire Frontex a Roma per creare un po’ di posti di lavoro? Quanto all’accoglienza dei rifugiati, tutto il mondo sa che l’Italia ne accetta ben pochi (16.000 circa all’anno) rispetto alle centinaia di migliaia che trovano asilo nei paesi dell’Europa del nord. Quindi, anche questa volta, dopo il cordoglio di rito, l’Ue risponderà picche – soprattutto in un momento in cui tutti i governi europei sono terrorizzati dal voto di maggio.

E questo è veramente il punto. Dietro le frasi a effetto di Renzi e le proposte irricevibili di Alfano c’è la paura che Grillo e la Lega usino la minaccia degli immigrati per togliere voti a sinistra e a destra. Il governo piange lacrime di coccodrillo per gettare fumo negli occhi agli elettori.

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