Alias
Quelle canzoni appese a un «ponte»
Storie/Non solo strofa e ritornello. In aggiunta anche il cosiddetto «bridge», un inciso imprescindibile e affascinante Piccoli, grandi segmenti sonori, apparentemente superflui, che però hanno saputo reinventare la magica e imprevedibile alchimia di tanti brani
In «(Sittin’ on) The Dock of the Bay» di Otis Redding il «bridge» è determinante
Storie/Non solo strofa e ritornello. In aggiunta anche il cosiddetto «bridge», un inciso imprescindibile e affascinante Piccoli, grandi segmenti sonori, apparentemente superflui, che però hanno saputo reinventare la magica e imprevedibile alchimia di tanti brani
Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 aprile 2023
Poco dopo i due minuti dall’inizio di Get Up (I Feel Like Being a) Sex Machine la storica canzone di James Brown, il padrino del soul arringa la sua band come avrebbe fatto il predicatore che interpreterà nel film The Blues Brothers. Si rivolge a Bobby, ossia Bobby Byrd, organista della formazione e seconda voce del brano, e chiede: «Bobby! Devo portarli sul ponte?». «Vai!» gli risponde Byrd. Il dialogo prosegue e inserisce una variazione di tema della canzone. La versione completa del pezzo, ascoltabile nell’album pubblicato nel 1970, è una cavalcata funky. Il bridge, «il ponte», a cui fa...