Cultura
Quell’inedita sfida politica del fascismo
Marcia su Roma La sconfitta della sinistra non si giocò allora solo sul piano militare. La genesi della dittatura non mostrò solo la feroce violenza dello squadrismo ma anche la capacità di sintesi e unità dei ceti agrari-rurali con la piccola borghesia urbana
Plinio Nomellini, «Marcia su Roma con allegoria della nazione», 1930
Marcia su Roma La sconfitta della sinistra non si giocò allora solo sul piano militare. La genesi della dittatura non mostrò solo la feroce violenza dello squadrismo ma anche la capacità di sintesi e unità dei ceti agrari-rurali con la piccola borghesia urbana
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 25 ottobre 2022
Il 21 luglio 1921 a Sarzana una colonna di cinquecento fascisti capeggiati da Amerigo Dumini (futuro assassino di Giacomo Matteotti) si presentò alla stazione ferroviaria per assaltare la cittadina e ottenere la scarcerazione di Renato Ricci, arrestato per omicidi e violenze squadriste. L’azione fu respinta da militari e carabinieri comandati dal capitano Guido Jurgens, dagli Arditi del Popolo e da contadini e operai sarzanesi. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini avrebbe affermato anni dopo «se tutte le città avessero fatto come Sarzana il fascismo non sarebbe passato». Le cronache e la storia hanno, invece, raccontato altro. LO STESSO 21 LUGLIO...