Visioni

Raed Andoni e i fantasmi della libertà

Raed Andoni e i fantasmi della libertàRaed Andoni

Cinema Il regista palestinese parla di «Ghost Hunting», premiato alla Berlinale e in concorso al Cinéma du Reél a Parigi. Nel documentario ricostruisce la sua esperienza in una prigione israeliana, un trauma che ha deciso di rielaborare in questo lavoro che intreccia finzione e realtà. «Sono stato in un centro per interrogatori a lungo, avevo il volto coperto e non vedevo nulla intorno a me. È un incubo che mi perseguita»

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 17 marzo 2017
Andare a caccia di fantasmi è l’obiettivo di Raed Andoni e del suo «cast» nel film che ha vinto il premio al miglior documentario originale alla Berlinale 2017: Ghost Hunting, che parteciperà in concorso anche a Cinéma du Rèel di Parigi. I fantasmi sono quelli del passato che accomuna il regista ai suoi personaggi e collaboratori, che si ritrovano a Ramallah per dare forma e nuova vita alla loro esperienza più buia: la detenzione nel centro per interrogatori israeliano Al-Moskobiya. Per Andoni – al suo secondo lungometraggio dopo Fix me, del 2009 – è un’esperienza che risale a 30 anni...

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